lunedì 4 gennaio 2010

Pan e Vin

Una delle più caratteristiche tradizioni popolari del Veneto è la "casera": un falò di grandi cataste di legno e frasche, che viene acceso alla vigilia dell'epifania.
In alcune zone del Veneto la casera viene chiamata "panevìn" (da "pane e vino", il cibo povero che si consumava durante il falò).
Il rogo viene benedetto dal parroco con l'acqua santa e lo scoppiettare del fuoco viene identificato con il demonio infuriato che fugge.
Sembra che questa usanza risalga a riti pre-cristiani: i Celti infatti accendevano dei fuochi per ingraziarsi le divinità e bruciavano un fantoccio rappresentante il passato.
Ancor oggi la fiamma simboleggia la speranza e la forza di bruciare il vecchio (non a caso si può bruciare la "vecchia" posta sopra la pira di legna) e la direzione delle scintille viene letta come presagio per il futuro: verso est ci sarà buona sorte nei mesi a venire, verso ovest sarà tempo per andare in cerca di fortuna.
In passato mentre il falò ardeva, i contadini in cerchio gridavano e cantavano varie formule augurali.
Il rito dei fuochi è anche un momento in cui la comunità si raccoglie per stare in compagnia. Viene accompagnato dalla degustazione di vin brulé e di pinza, focaccia tipica di questa festa.
Quindi se la sera del 5 gennaio state attraversando la campagna Veneta e vedete dei fuochi nei campi, non spaventatevi... fermatevi, parcheggiate la macchina e andate a festeggiare!
Partecipare a questo rito propiziatorio porta bene!

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