martedì 29 dicembre 2009

Fratello Bancomat

Afflitti dalla crisi economica, come siamo, ci vorrebbe proprio un “Fratello Bancomat” come quello di Stefano Benni: un Bancomat umano, che fa da consulente psicologico e da giustiziere allo stesso tempo.
Il protagonista del brano tratto da “L’Ultima lacrima” (Feltrinelli, Milano 1994) è davvero uno sportello Bancomat, su cui si imbatte il Signor Piero, appena abbandonato dalla moglie Laura (che gli ha preferito il dottor Vanini, diventato ricco a furia di speculazioni).
Conoscendo la storia, ricostruita attraverso i movimenti bancari, quando Piero chiede al Bancomat 400.000 delle vecchie lire, per arrivare alla fine del mese, quest’ultimo ordina:
Bancomat: “…componga in fretta questa numero 99362"
Signor Piero: “Ma, non è il mio.”
Bancomat: “Infatti, è quello di Vanini.”
Signor Piero: “Ma io non so se…”
Bancomat: “Componga! Non posso tenere un collegamento irregolare così a lungo. Operazione in corso. Attendere prego.”
Signor Piero: "Attendo, ma…"
Bancomat: "Operazione momentaneamente non disponibile"
Signor Piero: "Ritiro subito la tessera"
Bancomat: "Fermo signor Piero. Era un messaggio falso per ingannare il computer centrale. Apra la borsa."
Signor Piero: "Perché?"
Bancomat: "Apra la borsa e stia zitto. Ora le sparo fuori sedici milioni in contanti."

....e così fece...giustizia!

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