Le foibe sono cavità carsiche di origine naturale con un ingresso a strapiombo.
È in quelle voragini dell’Istria, nella zona al confine con l’Italia che sono stati gettati, vivi e morti, quasi diecimila cittadini italiani o comunque di etnia italiana.
L’eccidio partì con la firma dell’armistizio dell’8 settembre 1943: in Istria e in Dalmazia i partigiani slavi si vendicarono contro i fascisti e gli italiani non comunisti, torturarono e gettarono nelle foibe circa un migliaio di persone.
La violenza aumentò poi nella primavera del 1945, quando la Jugoslavia occupò Trieste, Gorizia e l’Istria.
A cadere dentro le foibe furono fascisti, cattolici, liberaldemocratici, socialisti, uomini di chiesa, donne, anziani e bambini.
La persecuzione proseguì fino alla primavera del 1947, momento in cui venne fissato definitivamente il confine fra l’Italia e la Jugoslavia.
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