"Mettere
all'indice" è
un modo di dire che significa escludere qualcuno da una cerchia
di amici, da un gruppo sociale, perché' ritenuto ostile e
dannoso. L'indice dei libri proibiti, istituito alla chiusura del
Concilio di Trento, nel 1563, elencava tutte quelle
pubblicazioni che la Chiesa cattolica giudicava contrarie
all'ortodossia o moralmente dannose e delle quali vietava la lettura
ai propri membri.
Tra
gli italiani finiti
all'indice -
scienziati, filosofi, pensatori, scrittori, economisti - vi sono
stati Vittorio
Alfieri, Pietro
Aretino, Cesare
Beccaria, Boccaccio, Giordano
Bruno, Benedetto
Croce, Dante, Gabriele
D'Annunzio, Antonio
Fogazzaro, Ugo
Foscolo, Galileo
Galilei, Giovanni
Gentile, Giulio
Cesare Vanini, Francesco
Guicciardini, Giacomo
Leopardi, Niccolò
Machiavelli, Ada
Negri, Petrarca,Enea
Silvio Piccolomini (papa
Pio II), Giovanni
Pico della Mirandola, Adeodato
Ressi, Girolamo
Savonarola, Luigi
Settembrini,Tommaso
Stigliani, Niccolò
Tommaseo, Pietro
Siciliani, Pietro
Verri e Antonio
Rosmini.
L'elenco
comprendeva, fra gli altri, nomi della letteratura,
della scienza e della filosofia come Francesco
Bacone, Honoré de Balzac, Henri Bergson, George
Berkeley, Cartesio, Colette, D'Alembert, Daniel
Defoe, Denis Diderot, Alexandre Dumas (padre) e Alexandre
Dumas (figlio), Gustave Flaubert, Thomas Hobbes, Victor
Hugo, David Hume, Immanuel Kant, Jean de La
Fontaine, John Locke, Karl
Marx, Montaigne, Montesquieu, Blaise
Pascal, Pierre-Joseph Proudhon, Jean-Jacques
Rousseau, George Sand, Spinoza, Stendhal,
Voltaire, Émile Zola e il filosofo del
nazionalsocialismo Alfred Rosenberg.
Tra
gli ultimi ad entrare nella lista sono
stati Simone de Beauvoir, André Gide, Jean-Paul
Sartre, Alberto Moravia, Aldo Capitini.
L'indice
ebbe diverse
versioni e fu soppresso solo il 4 febbraio del 1966 con
la fine dell'Inquisizione Romana.
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