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lunedì 7 novembre 2011

per aspiranti scrittori: bottega finzioni

Attraverso il metodo della bottega, dove allievi e maestri lavorano insieme, verranno creati racconti, romanzi, sceneggiature di film, fiction televisive, documentari o programmi di approfondimento, già in produzione o ex-novo. Si presenta così Bottega Finzioni: una vera e propria fucina di idee.

I lavori sono divisi in cinque aree: Fiction, Non fiction, Letteratura, Fumetto e Videogame. All’interno di ciascuna area, ogni anno, si lavorerà a progetti portati dal Capo Bottega, Carlo Lucarelli, e dai Direttori dei lavori, Giampiero Rigosi, Michele Cogo, Giovanni Mattioli e Ivan Venturi, oppure da professionisti che collaborano con la Bottega. Il tutto coordinato da Beatrice Renzi.

Le persone che avranno accesso alla Bottega saranno selezionate sulla base di un elaborato scritto e di un colloquio, per accertare soprattutto la motivazione e il talento del candidato. Le iscrizioni alla selezione, aperta a tutti senza distinzione di età o curriculum, si chiuderanno il 3 dicembre 2011. Potranno partecipare alla selezione solo i primi 200 iscritti. Le selezioni si terranno presso le sale dell'Hotel Mercure di Bologna. Ciascuna delle aree (Fiction, Non Fiction, Letteratura, Fumetto e Videogame) accoglierà un massimo di venti persone.

Se la scrittura è la vostra passione non dovete assolutamente perdere questa opportunità... potrebbe cambiarvi la vita! In bocca al lupo

giovedì 13 maggio 2010

Draquila a Cannes

Ieri la stampa straniera è accorsa in massa a vedere Draquila, documentario di Sabrina Guzzanti, fuori concorso a Cannes. In una sala strapiena ci sono state risate nei momenti comici, battimani a fine proiezione e diversi giornalisti stranieri attendevano fuori i colleghi per sondare le reazioni alla pellicola.

«Si ispira a Michael Moore. Parte da una tesi e la dimostra, mi è servito a capire cosa è successo dopo il terremoto abruzzese», ha spiegato un reporter francese di un'importante testata .


Il documentario della Guzzanti è un'incursione dell'artista nelle tendopoli aquilane subito dopo il terremoto. La regista ragiona sui motivi di una ricostruzione che non coinvolge più l'antico centro storico, con interviste a autoctoni, che si dividono tra coloro che si sentono prigionieri per il fatto di non poter tornare a casa propria e coloro che sono grati al presidente del consiglio per le nuove abitazioni.