Al Porto Vecchio di Trieste c’è un “luogo della memoria” particolarmente toccante: una sedia, accatastata assieme a molte altre, porta un nome, una sigla, un numero e la scritta “Servizio Esodo”, così come tanti altri oggetti.
Con il trattato di pace del 1947 l’Italia perdette vasti territori dell’Istria e della fascia costiera, e quasi 350 mila persone scelsero – davanti a una situazione intricata e irta di lacerazioni – di lasciare le loro terre natali destinate ad essere jugoslave e proseguire la loro esistenza in Italia.
Simone Cristicchi è rimasto colpito da questa scarsamente frequentata pagina della nostra storia ed ha deciso di ripercorrerla, con l'aiuto di Jan Bernas e Antonio Calenda, in un testo che prende il titolo proprio da quel luogo nel Porto Vecchio di Trieste: il Magazzino 18.
Al Porto Vecchio di Trieste c’è un “luogo della memoria” particolarmente toccante: una sedia, accatastata assieme a molte altre, porta un nome, una sigla, un numero e la scritta “Servizio Esodo”, così come tanti altri oggetti.
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