La ventitreesima edizione della Giornata FAI di primavera, domenica 22
Aprile, è stata un vero successo in tutta Italia ed anche a Caorle, dove numerosi sono accorsi per l'apertura speciale della
casa Valle in Valle Grande detta Valle Franchetti, in località San
Gaetano: casa che ha ospitato spesso il premio Nobel Americano Ernest Hemingway.
Vi vogliamo raccontare da dove nasce l'amore del grande scrittore per la nostra terra...
Nel
1917 quando gli USA entrano nella prima guerra mondiale, Ernest
decide di licenziarsi dal giornale Kansas City Star, per partire come volontario in Italia, ma non
può combattere a causa di problemi alla vista, quindi partirà come
volontario della Croce Rossa Americana.
Dopo
aver attraversato in nave l'Atlantico, arriva in Francia e dopo una
breve sosta a Parigi, in treno arriva a Fossalta di Piave, dove si
sta combattendo l'ultima fase della guerra, che vedrà vincere
l'Italia contro l'Austria.
Qui
fa l'assistente di trincea, porta viveri, medicine e munizioni ai
soldati italiani.
L'8
luglio 1918, in una sua "missione" in bicicletta, viene
colpito dalle schegge di una granata austriaca, ma aiuta comunque un
soldato gravemente ferito a trarsi in salvo. Durante l'operazione
viene colpito a un ginocchio. Verrà portato in ospedale a Milano e
dopo esser guarito gli verrà conferita la medaglia d'argento al
valore militare.
Ernest,
partito volontario con l'ideale virile della guerra, capisce proprio
in quella circostanza che la guerra non è un gioco, capisce di non
essere immortale.
Finita
la guerra torna in America.
Ernest
aveva continuato a scrivere durante la guerra e continuerà a farlo
anche dopo. Continua la sua opera di scrittore e di giornalista.
Lavorerà per il Toronto Star che lo invierà in Europa negli anni
'20, mentre stanno prendendo piede i totalitarismi e sarà inviato di
guerra, successivamente, durante la Seconda Guerra Mondiale.
Cresce
la sua fama letteraria ma anche quella mondana: frequenta il mondo
dei vip, ha molte donne (si sposerà 4 volte e avrà 3 figli) e gli
piace bere.
Viaggia
spesso, ma gli unici due luoghi che sembrano dargli pace sono Cuba e
il Veneto.
Del
Veneto adora in particolare i luoghi della sua giovinezza: l'area tra
Venezia e Trieste.
Lui
rende famoso l'Harry's bar di Venezia, e la locanda Cipriani a
Torcello, dove va a scrivere. Va spesso a sciare a Cortina e viene a
S. Gaetano a caccia, dove è ospite dei conti Franchetti, proprietari
terrieri di tutta la zona. Hemingway adora il bel mondo ma anche la
gente semplice, quella con cui canta e beve all'osteria e che trova
spazio nei romanzi.
Il
più autobiografico dei suoi romanzi è proprio quello che ha come
sfondo quest'area geografica, uscito nel 1950 dal titolo "di là
del fiume e tra gli alberi", nel quale racconta la storia di un
vecchio colonnello americano, che ritorna sui luoghi dove ha
combattuto la Prima Guerra Mondiale. Il protagonista, dietro il quale
si nasconde lo stesso Hemingway, è innamorato di una giovane
contessina veneziana; l'uomo riflette
continuamente su questo amore: sulla giovane età di lei, sulla
maturità di lui e sul suo corpo malato che si lascerà morire dopo
una battuta di caccia in botte...forse già un pensiero di morte. In
questo libro Hemingway racconta in modo non troppo celato il
ferimento di Fossalta e il suo significato.
QUELL'INVERNO
IL COLONNELLO ERA STATO FERITO TRE VOLTE, MA ERANO STATE TUTTE FERITE
DA NIENTE; PICCOLE FERITE NELLA CARNE SENZA FRATTURE DI OSSA, E AVEVA
ACQUISTATO FIDUCIA NELL'IMMORTALITÀ DELLA PROPRIA PERSONA PERCHÉ
SAPEVA CHE NEI BOMBARDAMENTI DI ARTIGLIERIA PESANTE CHE PRECEDEVANO
SEMPRE GLI ATTACCHI AVREBBE DOVUTO RESTARE UCCISO.
ALLA
FINE VENNE FERITO A DOVERE E SUL SERIO, NESSUNA DELLE ALTRE FERITE
GLI AVEVA FATTO L'EFFETTO CHE GLI FECE LA PRIMA FERITA GRAVE,
DEV'ESSERE STATA LA PERDITA DELL'IMMORTALITÀ, PENSO' , BE', IN UN
CERTO SENSO E' UNA PERDITA GROSSA.
Oltre
all'appassionante storia in questo romanzo Hemingway riesce a
descrivere magnificamente la natura, quasi magica della laguna,
I
SILENZI SONO DOLCISSIMI. I RUMORI SONO QUELLI DI UN CEFALO CHE QUA E
LA' GUIZZA A MEZZ'ARIA E RICADE NELL'ACQUA, DEL FRUSCIO DELLE FOGLIE
APPENA MOSSE DAL VENTO, DEL RICHIAMO DEGLI UCCELLI MIGRATORI CHE
ARRIVANO DOPO UN LUNGO VIAGGIO DAI PAESI DELL'EST E SCENDONO CON
LARGHE VOLUTE SULLA LAGUNA DI CAORLE RIMASTA ANTICA NEI SUOI UMORI E
NEL SAPORE DELLA VITA.
Questa
è una zona sicuramente privilegiata dal punto di vista
naturalistico, piena di uccelli che mentre vanno dal nord al sud, per
svernare, decidono di fermarsi qui, dal momento che non ghiacciandosi
la laguna è generosa di cibo anche d'inverno.
Continua
il successo di Hemingway: nel 1953 vince il Pulizer con "il
Vecchio e il mare" e nel 1954 il Nobel.
Man
mano che gli anni passano Hemingway sente sempre più vicina la
morte, la depressione e l'alcolismo diventano sempre più gravi,
proprio questo stato mentale lo porterà al suicidio il 2 luglio del
1961, quando deciderà di spararsi alla testa con il fucile.
Così
finisce la vita del grande scrittore, ma ancor oggi continua,
attraverso la letteratura, il mito del ragazzo del basso Veneto che
qui ha lasciato il suo cuore.